PAPERNUT CAMBRIDGE – Outstairs Instairs
(Gare du Nord, 2018)
È ormai diventata una piacevole abitudine quella che vede Ian Button (Death In Vegas) riavviare per la quarta volta i motori della sua singolare navicella Papernut Cambridge, accogliendovi nell’occasione un numero sempre più ampio di musicisti. Non soltanto l’habitué Darren Hayman lo assiste nei brani di “Outstairs Instairs” ma un’ampia schiera di collaboratori, tra i quali spiccano Robert Rotifer, Ralegh Long, Emma Winston e Jack Hayter.
L’impostazione sempre più da “collettivo aperto” della band trova riscontro nel contenuto degli undici brani del lavoro, più eterogenei i bizzarri che mai: rispetto al “pop adulto” del precedente “Love The Things Your Lover Loves” (2016), “Outstairs Instairs” spazia tra una varietà di soluzioni sonore e stilistiche che, fermo restando l’approccio al songwriting maturo e disincantato di Button, ne colorano le canzoni di sfumature ogni volta imprevedibili.
Gusto sixties, divagazioni vagamente acide o anche solo sghembe costruzioni armoniche e di arrangiamento si affiancano a fluide ballate (su tutte, “Tulips In A Top Hat”, “How To Love Someone”, “Kalinda” e “Angelo Aggy”) dalle quali affiora la naturalezza e la sottile ironia con le quali artisti navigati continuano ad affrontare la scrittura pop, senza mai risultare scontati.