LOW – Double Negative
(Sub Pop, 2018)*
Potrebbe sembrare anacronistico, nel 2018, parlare di un album politico. Eppure, senza rendere messaggi espliciti tra le scarne righe dei suoi testi, “Double Negative” a suo modo lo è. Lo è innanzitutto attraverso i suoni, disturba(n)ti e decostruiti dalla produzione di BJ Burton, che soffonde l’abituale slow-core della band di Duluth (al venticinquennale di attività) in una patina di interferenze, detonazioni soffocate e pulviscolare tensione statica.
Il primo approccio con i tre brani d’apertura, resi disponibili in contemporanea già a giugno (“Quorum”, “Dancing And Blood”, “Fly”), suggerisce da subito una diretta discendenza, sonora e tematica, da “Drums And Guns” (2007), finora considerato “l’album elettronico” dei Low. Ma “Double Negative” si spinge ancora oltre, offrendo inquiete visioni di un reale distopico, attraverso ispide sferzate di rumore e claustrofobiche persistenze atmosferiche.
L’incedere grave e immancabilmente lento del lavoro, non offusca tuttavia le pregevoli armonizzazioni vocali di Alan Sparhawk e Mimi Parker, pur sovente filtrate da allucinazioni robotiche. La sorprendente pulizia armonica di “Always Up” e l’innodico pop disturbato di “Disarray” lasciano balenare un barlume di luce in un album che, con stile inimitabile, rende dolorosa testimonianza del tempo presente.
*disco della settimana dal 10 al 16 settembre 2018
(pubblicato su Rockerilla n. 457, settembre 2018)