#musictosave #008

ANDREW WASYLYK – Fugitive Light And Themes Of Consolation
(Athens Of The North, 2020)
A compimento di una trilogia ispirata dai paesaggi scozzesi, Andrew Wasylyk confeziona una piccola sinfonia per pianoforte, archi e fiati, dalle variegate suggestioni cinematiche. Il lavoro spazia da toni languidi al vellutato calore di timbriche jazzy, senza ricadere nel mero minimalismo, ma anzi dimostrando una notevole ricchezza di formule compositive.

CÉCILE SERAUD – Shoden
(Self Released, 2020)
La formazione classica e il peculiare carattere della sua terra d’origine, la Bretagna, si uniscono nel tardivo debutto solista di Cécile Seraud. Prodotte da Sylvain Texier (Ô Lake) le dieci cartoline pianistiche di “Shoden” non si limitano a disegnare filigrane minimali, bensì respirano vaporose atmosfere oceaniche, amplificate da misurati arrangiamenti di violoncello e da risonanze di ariosa purezza naturale.

FLOODLIGHTS – A Beautiful Stage
(Modern Aviation, 2020)
Il secondo lavoro del terzetto inglese Floodlights intreccia una varietà di spunti stilistici, che spaziano dal jazz all’elettronica. Nei suoi dieci brani si rincorrono infatti senza sosta ibridazioni di un modernariato compositivo, non a caso ispirato dalle pionieristiche avventure sovietiche nello spazio, che plasma uno straniante microcosmo di musica da camera, nostalgie acustiche e surreali scie cosmiche.

HEKLA – Sprungur
(Phantom Limb, 2020)
Le vibrazioni del theremin non sono più solitarie nel nuovo Ep di Hekla Magnúsdóttir, che segue di due anni il debutto sulla lunga distanza “Á”. In poco più di venti minuti la musicista islandese offre ampio saggio delle sue potenzialità compositive, che al suono evocativo dello strumento associano sparse note pianistiche e vocalizzi eterei, dando luogo a incanti di sublime, inquieta bellezza.

JUHA MÄKI-PATOLA – Breath
(Hush Hush, 2020)
È davvero un respiro di aria incontaminata il debutto come compositore di Juha Mäki-Patola, già attivo come produttore e membro di band indipendenti finlandesi. Pur non essendo affatto inedita la formula di “piano ambience” dei sette brani di “Breath”, la sua declinazione è ispirata e rigorosa, poiché senza indulgere a espedienti romantici, confeziona saggi di purezza melodica e ambientale.

MATHIEU KARSENTI – Bygones
(Slowcraft, 2020)
A pochi mesi dal suo primo Ep “Downstream Blue”, Mathieu Karsenti traspone nuovamente in musica una galleria di immagini e ricordi. L’ispirazione nostalgica sottostante a “Bygones” si manifesta fedelmente nelle sue otto stanze dominate dai movimenti sinuosi degli archi. Il tocco cinematico dell’artista inglese definisce così partiture orchestrali di luminoso, compassato romanticismo.

THE SLANTED CITY – The Slanted City
(Hidden Shoal, 2020)
Il compositore elettro-acustico Erik Nilsson rivela un inedito profilo cantautorale nel nuovo progetto The Slanted City. L’omonimo debutto è formato da nove canzoni che combinano un’elegante scrittura melodica con oblique linee sintetiche. L’approccio stralunato e vagamente “emotivo” dell’artista svedese è temperato dalle interpretazioni dal fascino avvolgente e da una sorprendente vena pop.

TRAPPIST AFTERLAND – Seaside Ghost Tales
(Sunstone, 2020)
Da ormai parecchi anni, Trappist Afterland è diventato un piccolo culto nel microcosmo delle produzioni dark-folk. La nona raccolta del progetto guidato dal polistrumentista australiano Adam Geoffrey Cole consta di ben sedici brani intrisi di tenebroso misticismo, che rimandano con naturalezza alle saghe folk britanniche, sulle ali di arpeggi acustici e visionarie derive droniche.

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