DALOT & SOUND AWAKENER
Departures
(Fluid Audio, 2020)
Il secondo capitolo della collaborazione a distanza tra Maria Papadomanolaki (Dalot) e Nhung Nguyen (Sound Awakener) sviluppa la complessità del processo già alla base del precedente “Little Things” (2018) in una costellazione di texture e microsuoni che descrivono un sofferto itinerario d’ascolto e narrazione.
A differenza del predecessore, orientato a un immaginario di minimale delicatezza, il lavoro segue invece una ben precisa traccia narrativa, dedicata al tema delle migrazioni e ben evidente anche solo scorrendo i titoli delle sue undici tracce. Non vi è tuttavia necessità di conoscere con precisione l’aspetto concettuale sotteso a “Departures” per coglierne la straniante dimensione percettiva, costituita da schegge sintetiche destrutturate sulle quali si innestano frammenti concreti e sorprendenti risonanze pianistiche; queste ultime affiorano nel solo breve interludio che divide idealmente il lavoro in due parti, più screziata e tortuosa la prima, densamente popolata da più pronunciate modulazioni atmosferiche la seconda.
Distanza, ricordo, smarrimento fisico e spirituale si intrecciano lungo i tre quarti d’ora di “Departures” nei quali, pur rinunciando agli aspetti più immediatamente emozionali della loro arte, le due musiciste offrono una composita galleria di polverose immagini sonore, come cristallizzate in un tempo sospeso, ma plumbeo e disorientante come un presente fin troppo tangibile.