DANIEL BÜRKNER
Landschaft aus Papier
(Oscarson, 2021)*
Erano i tempi dei nuovi fermenti musicali casalinghi, resi possibili dal sempre più ampio accesso ai mezzi di registrazione e dai canali di diffusione online; erano anche i tempi d’oro di quella “indietronica da cameretta” che in particolare in Germania aveva trovato una declinazione di peculiare minimalismo e delicatezza. In quella temperie del primo decennio del nuovo secolo, Daniel Bürkner aveva pubblicato quattro dischi sotto l’alias Squares On Both Sides, che con estrema sensibilità fondevano fragili stille elettro-acustiche con spunti di una scrittura intimista, dando luogo a incantevoli incastri melodici.
A oltre dieci anni da “Salt Meadows” (2010), Bürkner torna a riaffacciarsi alla produzione discografica, pubblicando sotto il proprio nome un lavoro, nel quale sviluppa in maniera ancora più organica, matura e consapevole gli elementi che avevano caratterizzato la sua precedente esperienza musicale. Si tratta di nove brani, che per la prima volta comprendono parti cantate in tedesco, nei quali parti strumentali e dimesse cartoline d’autore convivono in un equilibrio di minuti impulsi, note acustiche, loop e melodie gentilmente dispiegate.
La base strumentale di “Landschaft aus Papier” (titolo che già di per sé chiarisce il tono dolcemente nostalgico del lavoro) è costruita intorno a un ampio ventaglio di chitarre acustiche, arpa, pianoforte e synth, che creano atmosfere sospese, ulteriormente alimentate dalle parti d’organo di Tomoyoshi Date e dagli incantati vocalizzi di Lau Nau, ricorrenti nella maggior parte dei brani. Le pennellate elettro-acustiche di Bürkner e le sue interpretazioni sottovoce tornano così a confezionare una serie di compassati bozzetti che coniugano atmosfera e scrittura intimista, in un impressionismo “da cameretta” che anche dopo tanti anni regala cartoline di agrodolce, seppiata malinconia.
*disco della settimana dal 5 all’11 luglio 2021