THE BIG EYES FAMILY PLAYERS & FRIENDS – Folk Songs II
(Static Caravan, 2012)

Nel 2009 i Big Eyes Family Players di James Green incontravano James Yorkston nella rivisitazione di una serie di brani della tradizione britannica. A distanza di tre anni, il secondo episodio di “Folk Songs” rispolverate secondo sensibilità contemporanee trae le mosse da dove la prima esperienza si era interrotta; a differenza del suo diretto predecessore, che la presenza costante di Yorkston caratterizzava di fatto come un album del cantautore scozzese, “Folk Songs II” vede una pluralità di voci alternarsi nell’interpretazione di risalenti “traditional” popolari, ma anche di più recenti classici della canzone folk della seconda metà del secolo scorso.

Oltre al fedele James Yorkston, che cimenta il suo piglio inconfondibile nella breve e ipnotica “Doffing Mistress” e nell’armonia circolare di “Looly, Looly” (inno del sedicesimo secolo già reinterpretato da Archie Fisher), il lavoro vede la partecipazione, tra gli altri, di Adrian Crowley, Alasdair Roberts, Nancy Elizabeth, James William Hindle, Mary Hampton e Sharron Kraus.

Ciascuno degli artisti coinvolti conforma i brani interpretati aggiungendovi la propria impronta, non solo vocale: si distinguono così, ad esempio, la leggerezza melodica di Hindle nella vivace “Don’t You Be Foolish, Pray”, la penombra vellutata di Crowley in “Stretched On Your Grave”, il misticismo di Alasdair Roberts in “The Coast O’ Spain” e ancora la freschezza dal sapore antico di Nancy Elizabeth in “Farewell Lovely Nancy”, ballata ottocentesca alla quale – a quanto pare – la giovane folksinger deve il proprio nome di battesimo.

Ma al di là dell’evidente pluralità vocale, la band di James Green offre ancora una volta saggi di un impianto strumentale, che ben supporta le molteplici sfumature delle dodici versioni contenute in “Folk Songs II”. I “Players” aggiungono infatti ai brani una varietà di arrangiamenti, che va da semplici iterazioni di note d’organo o archi a ricche orchestrazioni nelle quali banjo e glockenspiel si fondono con fiati, percussioni e persino qualche accenno di synth, compilando così un nuovo godibile affresco che tiene fede alla loro equilibrata collocazione tra tradizione e modernità.


http://www.big-eyes.co.uk/

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