CHANTAL ACDA – Let Your Hands Be My Guide
(Gizeh, 2013)
Dopo aver partecipato ai due progetti folk belgi Isbells e True Bypass e aver impreziosito con la sua voce suadente le sognanti narcolessie di Sleepingdog accanto ad Adam Wiltzie degli Stars Of The Lid, Chantal Acda firma finalmente un debutto solista.
Anche in quest’occasione la versatile artista olandese esprime la sua inclinazione alle collaborazioni, attraverso la partecipazione a “Let Your Hands Be My Guide” di ospiti quali Peter Broderick, Gyða Valtýsdóttir e Nils Frahm, che suona in tutto il disco, curandone altresì la produzione.
Le diafane armonie della Acda assumono così sinuosa consistenza in un contesto scarno acustico-cameristico le cui movenze rallentante alimentano la sensazione di preziosa fragilità di canzoni sospese, che è facile immaginare concepite e interpretate a occhi chiusi, in una condizione di estatico rapimento, spezzato soltanto dalle analogiche cadenze dream-pop della conclusiva “We Must Hold On”.
Le precedenti otto tracce delineano invece delicati intarsi di evanescenze melodiche con pregevoli pièce pianistiche e corde gentilmente sfiorate. Il confidenziale duetto con Peter Broderick su “Arms Up High”, l’ambience carezzevole di “My Night”, i vellutati tepori di “Wintercoat”, le volute del violoncello e la rugiada policroma stillata dal pianoforte accentuano le incantate suggestioni della voce della Acda, trasformandone le canzoni in soffici sogni autunnali.
(pubblicato su Rockerilla n. 399, novembre 2013)
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