FRANCESCO GIANNICO & THEO ALLEGRETTI – Flow Signs
(Oak Editions / Monkey, 2013)
Il nuovo episodio delle collaborazioni sperimentali di Francesco Giannico dischiude al soundscaper pugliese orizzonti ulteriori rispetto a quelli, già sensibilmente diversi tra loro, sviluppati nel corso del 2013 prima nell’ottimo album solista “Luminance” e quindi nel confronto con Zach Nelson in “Les Nomades Paysages”.
Non meno ambiziosa è l’idea sottostante a “Flow Signs”, lavoro che lo vede al fianco del pianista jazz Theo Allegretti, alle cui minimali improvvisazioni associa un una costellazione di microsuoni elettronici, toni chitarristici manipolati, field recordings e altre fonti acustiche accidentali.
Dal comune interesse dei due artisti per l’estemporaneo dispiegamento delle rispettive matrici sonore discendono sette brani che invece appaiono estremamente rifiniti e soprattutto presentano gli omogenei contorni di un paesaggismo ambientale che nelle sparse note del pianoforte trova non un semplice corollario armonico bensì un elemento strutturale variamente interpolato da un pulviscolo di detriti sonori. La modulazione degli elementi apportati dai due artisti ai tre quarti d’ora di “Flow Signs” li conforma quindi di volta nella direzione di un’ambience pianistica non aliena da romanticismo (“Lazy Afternoon”, “At Sunset”) o di più pervasive saturazioni sintetiche che tuttavia non sovrastano ma si affiancano al contenuto melodico (“Angustia”).
Gli oltre dieci minuti della conclusiva “Riddle Of The Mood” sintetizzano in una liquida marea ambientale in crescendo, ricamata da brillanti frammenti di pianoforte, la trasfigurazione di linguaggi conseguita da due artisti che in questo lavoro hanno compiuto significativi percorsi dai rispettivi terreni d’origine, verso una terza, affascinante forma espressiva.
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