GRAVEYARD TAPES – White Rooms
(Lost Tribe Sound, 2014)
Il secondo capitolo della collaborazione tra Euan McMeeken e Matthew Collings vede i due sperimentatori scozzesi amplificare la loro propensione dark-pop.
Se nel debutto “Our Sound Is Our Wound” la presenza di parti cantate era un elemento marginale, “White Rooms” è pressoché totalmente incentrato su canzoni. Canzoni ovviamente oblique, frutto di ricerche sonore che nell’occasione si presentano in maniera spoglia e diretta, con le sofferte torsioni elettriche di Collings a fungere da esplicita base per armonie spettrali e il cantato romantico e le rade cadenze pianistiche di McMeeken ora adagiato su schegge post-industriali, ora solitarie dispensatore tutta di fragile emozionalità.
Ne risulta una galleria sonora estremamente varia, ma non per questo disorganica: a costituirne il comune denominatore sono i contorni latamente “ambientali” dei brani e gli incessanti incastri elettro-acustici, che giungono a puntellare con il pianoforte anche abrasive bordate di rumore. Mentre la parte iniziale del lavoro pare declinare in maniera più cupa e spigolosa i paesaggi rilucenti dell’affine duo Orcas, nella seconda le atmosfere si fanno più quiete e notturne, fino a dissolversi in “Secret Voices” in una diafana ballata pianistica al rallentatore.
Un songwriting dalle vibrazioni oscure e una densa materia sonora in divenire caratterizzano così, un album sfuggente alle definizioni, fonte di scoperta continua.
(pubblicato su Rockerilla n. 410, ottobre 2014)