PORYA HATAMI – Daydreamer
(Hibernate, 2014)
Al volgere di un anno contrassegnato da numerose pubblicazioni significative nelle sue esplorazioni elettro-acustiche (“Shallow”, “The Garden” e “Arrivals And Departures”, per non elencare collaborazioni e tracce sparse), Porya Hatami invia una breve cartolina alla platea di coloro che ne hanno apprezzato il peculiare approccio di naturalismo ambientale, certamente amplificata nel corso di questa prolifica annata.
Nella traccia unica di quasi diciotto minuti “Daydreamer”, compresa appunto nella serie di “cartoline” a tiratura limitata dell’etichetta specializzata inglese Hibernate, l’artista iraniano condensa gli elementi essenziali della sua composita tavolozza sonora, che attinge parimenti al tangibile naturalismo dei field recordings e all’immateriale pratica del filtraggio elettronico di fonti acustiche. Entrambi ricorrono nello svolgimento della traccia, che muove da texture granulose, cadenzate da soli versi di animali, per poi dipanarsi in fragili risonanze di note pianistiche, fino a trovare esito in modulazioni bucoliche gentilmente screziate.
Breve o lungo che voglia intendersi quello racchiuso in “Daydreamer”, il tragitto auditivo guidato da Porya Hatami è sempre elaborato nei dettagli e ricco di minute sfaccettature, che tracciano i contorni piacevolmente indefiniti di un universo sonoro al tempo stesso sognante e radicato in una riconoscibile realtà ambientale.
music won't save you 