SIAVASH AMINI – TAR
(Hallow Ground, 2017)
Come l’altra punta di diamante della sperimentazione sonora iraniana, Porya Hatami, nel recente “Monads” si è discostato dall’abituale delicato naturalismo ambientale, così nel suo quarto lavoro solista “TAR” Siavash Amini accantona le maestose sinfonie di riverberi chitarristici per quattro dense tracce di distorsioni incandescenti.
Lo fa per descrivere la proiezione collettiva delle inquietudini individuali, incarnata da una tensione elettrica costante, sviluppata in vibrazioni stratificate in prevalenza opprimenti, ma senza tuttavia rinunciare, soprattutto nei due lunghi brani finali, a elevazioni che sembrano indicare la trascendenza quale unica via d’uscita dalla paura. Simbolismo ambient-drone.
(pubblicato su Rockerilla n. 442, giugno 2017)