VV.AA. – Audio Albion
(A Year In The Country, 2018)
Dopo la parentesi dello scorso anno, nel corso del quale le ricerche sonore nell’ambiente rurale inglese condotte dai musicisti gravitanti intorno all’etichetta A Year In The Country avevano oggetti visionari e fantastici, o comunque non direttamente connessi all’immaginario bucolico, con la raccolta “Audio Albion” il collettivo artistico inglese torna a seguire tracce – letteralmente – “sul campo”, attraverso le quali restituire le sensazioni evocate da luoghi naturali, ma anche dalle modifiche su essi apportate dall’opera dell’uomo.
Base di partenza per tutti i quindici brani che formano la raccolta è appunto rappresentata da field recordings tratti da una varietà di luoghi e ambientazioni, intorno ai quali altrettanti artisti hanno costruito vere e proprie cartoline sonore, costellate da minuti dettagli concreti, acustici e sintetici, tra i quali affiora in maniera ricorrente anche l’elemento vocale. Non si tratta, ovviamente, della declinazione di un folk propriamente detto, bensì di una sua traslitterazione di volta in volta evocativa e nostalgica, incantata e visionaria.
Ne sono artefici veri e propri habitué di simili raccolte, da David Colohan a Vic Mars, passando per Time Attendant e Sproatly Smith, ai quali si affianca nell’occasione un’ulteriore schiera di musicisti, tutti impegnati a scandagliare prati, foreste, foreste e panorami extraurbani, ricavandone una nuova eterogenea mappatura del territorio rurale britannico, attraverso narrazioni immanenti in un lungo periodo, costellato da stille elettro-acustiche risuonanti.
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