ORLA WREN
The Blind Deaf Stone
(Time Released Sound, 2021)
La personalità artistica da autentico “outsider” di Orla Wren conosce intervalli creativi irregolari e applicazioni espressive mutevoli. Dedicatosi nell’ultimo periodo all’elaborazione di “Filmscores” del tutto peculiari (messe a disposizione alla fine dello scorso anno in ben sette volumi in formato digitale), l’enigmatico artista inglese torna a pubblicare un album interamente a proprio nome dai tempi di “Moccasin Flowers” (2015); lo fa ovviamente a modo tutto suo, tanto per formato quanto per modalità realizzative.
“The Blind Deaf Stone” è infatti articolato in quattro tracce di lungo formato, dalla durata di dodici minuti ciascuna, creata con l’impiego esclusivo di un synth analogico monofonico. Benché distanti possano apparire i tempi dell’ascetismo acustico dello splendido “Book Of The Folded Forest” (2013), l’approccio allo strumento da parte di Orla Wren è sì estremamente minimale ma pur sempre orientato a un paesaggismo bucolico costellato da elementi organici e schegge melodiche destrutturate.
Lungo tutto il corso del lavoro, le tremule frequenze del synth sono infatti modulate in loop liquidi e ricamate da detriti sonori, le cui segmentazioni conferiscono ai brani dinamiche oblique e a tratti contorte. Sono tuttavia in particolare le luminose dissolvenze della seconda traccia e le delicate iterazioni di quella conclusiva a materializzare nuovamente, sotto diversa veste sonora, la fragile malinconia sottesa alle contemplazioni naturalistiche di Orla Wren, ancora una volta ascetico artefice di paesaggi immaginari.