sharron_kraus_pilgrim_chants_pastoral_trailsSHARRON KRAUS – Pilgrim Chants & Pastoral Trails
(Second Language, 2013)

“Pilgrim Chants & Pastoral Trails”, ovvero di quando musica e paesaggio si fondono in un’unica matrice di magia. Le otto tracce elaborate da Sharron Kraus e pubblicate nella serie di edizioni in delizioso formato libello di Second Language non sono infatti semplicemente il frutto di ispirazioni derivanti dall’osservazione della countryside gallese della valle dell’Elan, bensì una vera e propria traduzione sonora di quei luoghi, che l’artista inglese ha minuziosamente esplorato con vari mezzi in un lungo periodo ivi trascorso due anni fa.

Dalla volontà di dare – letteralmente – voce al paesaggio di colline ventose, corsi d’acqua e cascate Sharron Kraus ha sviluppato otto immaginarie colonne sonore di magia pastorale, realizzate a partire da field recordings raccolti nel suo peregrinare, intorno ai quali ha intessuto una serie di arcane armonie vocali avvolte dai movimenti di precisione e lentezza quasi inquietanti di un’orchestra incantata guidata da organi, dulcimer ed esili drone ma che ha visto numerosi contributi da parte di altri artisti. Tra questi, merita senz’altro una citazione Michael Tanner, in particolare perché le esili filigrane acustico-ambientali che percorrono l’intero “Pilgrim Chants & Pastoral Trails” mostra evidenti punti di contatto con il folk spettrale e rarefatto sviluppato negli anni dal poliedrico artista inglese, già protagonista del catalogo Second Language con il suo ultimo progetto The Cloisters e accanto a Mark Fry in The A. Lords. Proprio alla visionaria quiete bucolica di quel disco rimandano alcuni passaggi strumentali dei “canti” della Kraus, nonostante la sostanziale diversità delle strutture dei brani, nei quali l’elemento vocale viene in questo caso impiegato solamente quale ulteriore complemento di atmosfere arcadiche create da zufoli, note d’organo e frammenti naturalistici.

Ancorché a tratti monocorde nell’impostazione volutamente astratta e impalpabile dei veli armonici intessuti dalla Kraus, nei suoi trentacinque minuti il lavoro adempie senz’altro alla finalità di dar luogo a un impianto sonoro di paesaggismo ambientale, fino a confondere il piano realizzativo dell’artista contemporanea con quello di canti, inni e litanie che sembrano però provenire da un tempo sospeso e remoto. In questo senso, “Pilgrim Chants & Pastoral Trails” appare opera profondamente radicata nella storia etologico-sociale del luogo esplorato, pur senza essere una reinterpretazione di tradizionali arcaici, a dimostrazione di come il vissuto e l’approfondimento di conoscenza da parte dell’artista possano ben presiedere a una realizzazione, come questa, nella quale tecniche e forme espressive di moderna sperimentazione convivono in equilibrio con le sensazioni prodotte da un ambiente primitivo e incontaminato.

All’edizione limitata dell’album, disponibile attraverso l’etichetta, è accluso un secondo cd, intitolato “Night Mare” e contenente altre nove tracce nelle quali l’artista inglese riduce ulteriormente l’elemento vocale per sviluppare le componenti più oscure e impervie del suo misterioso paesaggismo ambient-folk, che la avvicina non poco ad artisti quali Richard Skelton e Julianna Barwick. La scoperta delle suggestioni provenienti dal territorio è potenzialmente infinita, e in “Pilgrim Chants & Pastoral Trails” Sharron Kraus l’ha compiuta con consapevole spirito di conoscenza e ispirata pratica di traduzione sonora che, dopo tante collaborazioni (con Meg Baird, Helena Espvall, Christian Kiefer, James Green e Tara Burke) ne definisce la dimensione ideale, quella di attenta esploratrice di arcani messaggi bucolici.

http://www.sharronkraus.com/

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