CHANTAL ACDA – The Sparkle In Our Flaws
(Glitterhouse, 2015)*
È il sottile equilibrio tra intimismo e condivisione a costituire l’essenza della Chantal Acda solista: due anni dopo l’incantevole “Let Your Hands Be My Guide“, l’artista di nascita olandese ma belga d’adozione e cosmopolita per vocazione pubblica per la seconda volta un disco a proprio nome, a margine delle sue innumerevoli collaborazioni e dei vari progetti nei quali è (o è stata) impegnata, da Isbells a Sleepingdog, da True Bypass a Distance, Light & Sky.
Tanto delicati e introspettivi sono i tratti del suo songwriting quanto incontenibile è il suo desiderio di completarlo con soluzioni apportate da una mutevole cerchia di musicisti amici. Registrato nello studio di Peter Broderick a Portland, “The Sparkle In Our Flaws” presenta la voce setosa della Acda in otto nuovi brani pennellati con l’abituale tocco lieve e con un perfetto dosaggio di note, timbriche e arrangiamenti.
Non è difficile scorgere nel corso del lavoro, come a incorniciare acquerelli su carta velina in forma di canzone, le fragili partiture cameristiche di Heather Woods Broderick, le aperture orchestrali e i gentili tocchi elettronici di Valgeir Sigurðsson e i fiati di Eric Thielemans, che si aggiungono agli ormai inseparabili sodali Peter Broderick e Shahzad Ismaily. Al centro, restano comunque le canzoni di Chantal Acda, piccoli miracoli di vulnerabilità e misurata forza espressiva, di armonia ed eleganza senza pari.
*disco della settimana dal 21 al 27 settembre 2015
(pubblicato su Rockerilla n. 421, settembre 2015)