AA. VV. – 15 Shades Of White
(Dronarivm, 2013)
La seconda compilation proposta nel 2013 da Dronarivm – dopo “Aquarius”, pubblicata nella prima parte dell’anno – sviluppa su vasta scala le componenti più legate alla strumentazione reale dell’etichetta russa che in un breve lasso di tempo si è affermata quale significativo punto di riferimento internazionale in ambito neoclassico-ambientale.
Prova ne è proprio l’articolata line-up che ha contribuito a formare la tracklist di “15 Shades Of White”, raccolta concettualmente dedicata a quell’immaginario invernale che tanti artisti dediti alla sperimentazione ha ispirato. Coprendo ampi territori che spaziano dal neoclassicismo più immaginifico a tenebrose visioni ambientali, la raccolta pone tuttavia l’accento in particolar modo sul fragile e fugace equilibrio dei paesaggi ghiacciati, reso in prevalenza attraverso una serie di saggi di camerismo minimale od obliquo.
Dagli iniziali lenti movimenti pianistici dell’olandese Anne Chris Bakker alla stasi della parte conclusiva della raccolta (Strië, Frozen Vaults, Olan Mill), “15 Shades Of White” si muove tra gli estremi di un’orchestralità sinistra, percorsa da rumori e pulsazioni risuonanti (Kaboom Karavan, Kreng, Marcus Fjellström), rarefazioni più o meno distorte tra picking acustico e spettrale lirismo (il pezzo firmato Talvihorros e il remix di Jacaszek curato dal connazionale Pleq, peraltro curatore della raccolta) e una compunta dimensione neoclassica, decisamente predominante.
A spiccare su tutte le quindici tracce sono infatti quelle che propongono le aperture orchestrali di Marsen Jules, perpetuano l’incantato camerismo già profuso da Aaron Martin e Christoph Berg nello splendido “Day Has Ended” e fanno ritrovare la pianista australiana Sophie Hutchings in una veste quasi barocca accanto al violoncellista Peter Hollo.
Pur nelle evidenti differenze stilistiche tra i tanti artisti coinvolti, “15 Shades Of White” scorre con un’omogeneità di intenti e suggestioni niente affatto comune per una compilation, offrendo incantati scenari invernali, da contemplare rapiti al riparo dagli algori più pronunciati con l’adeguata colonna sonora di una raccolta davvero preziosa.