AA.VV. – Italian Resonances | Dronegazers?
(Oak Editions, 2014)
Non senza una certa ironia, qualche anno fa Attilio Novellino aveva impiegato l’espressione drone-gaze per provare a sintetizzare le caratteristiche del proprio suono, definendolo – per quanto simili etichette possano valere – per l’attitudine ad innalzare muri di suono e a svilupparli attraverso persistenze droniche orizzontali.
Quella definizione rivive oggi a designare una raccolta di materiale sonoro, gratuitamente veicolata dalla webzine TheNewNoise e pubblicata in formato fisico limitato dalla Oak Editions di Alessio Ballerini e Francesco Giannico, che offre un piccolo ma significativo spaccato – più che di una “scena” – della comune sensibilità di diversi artisti italiani per la definizione di paesaggi sonori legati alla contemporaneità sperimentale, eppure radicati in una tensione all’esplorazione di potenzialità espressive non convenzionali presente carsicamente da tempo nei sotterranei indipendenti italiani e di recente affiorata e apprezzata (soprattutto all’estero) anche grazie alle potenzialità della rete.
Senza pretesa di esaustività e con un punto interrogativo che denota autonomia dalle definizioni e capacità di non prendersi troppo sul serio, “Italian Resonances | Dronegazers?” raccoglie le esperienze di una serie di artisti dal consolidato profilo di ricerche individuali ma condivise dal punto di vista concettuale e metodologico, secondo un filo conduttore che corre lungo tutta la penisola, già riassunto nell’Archivio Italiano Paesaggi Sonori.
Nomi come quelli di Enrico Coniglio (qui presente con il suo progetto My Home, Sinking), Attilio Novellino, Giulio Aldinucci, Alberto Boccardi e Francesco Giannico sono già familiari per chi segue lo sfaccettato universo sotterraneo del soundscaping italiano, quello di Roberto Pizzichetta, alias Easychord, si è affacciato da poco nel panorama ambientale internazionale grazie a un pregevole lavoro per l’australiana Twice Removed, mentre la presenza dell’outsider Cristiano Deison stabilisce un legame con esperienze e collaborazioni plurali, che affondano le proprie radici in oscure decostruzioni post-industriali. Ciascuno degli artisti partecipanti alla raccolta apporta il proprio tassello di sensibilità, la propria personale concezione “drone-gaze”, in un puzzle che non disdegna caleidoscopiche screziature acustico-sintetico (Giannico, Deison, Aldinucci) e persino torsioni ruvide (la parte finale del brano di My Home, Sinking e soprattutto gli spasmi impetuosi di quello di Boccardi). L’essenza ambientale più pura e immaginifica resta affidata al soffio claustrofobico di Easychord e alle cattedrali di suono costruite attraverso filigrane alimentate e magistralmente intrecciate da Attilio Novellino.
Il brano collaborativo conclusivo, accreditato al Dronegazers Collective, rappresenta plasticamente l’idea sottesa alla raccolta, in una piccola sinfonia di rumore circolare di oltre nove minuti, più che sintesi di approcci espressivi affini, materia primordiale che ciascuno degli artisti impegnati potrà plasmare proseguendo percorsi di ricerca che costituiscono eccellenze creative ormai riconosciute ben oltre i confini italiani.