MEMORY DRAWINGS – There Is No Perfect Place
(Hibernate, 2014)*
Al secondo atto si amplia l’ensemble acustico-cameristico Memory Drawings, che ha il suo peculiare fulcro nel dulcimer di Joel Hanson. All’ex-Hood Richard Adams (The Declining Winter) e alla violinista Sarah Kemp (Brave Timbers), nell’affiancare l’artista statunitense residente in Marocco, si associano ulteriori musicisti dalle esperienze e dalle abilità strumentali diverse: il pianoforte di Gareth S. Brown, i loop e il banjo di Chris Tenz (autore dello splendido “Frozen Arms” nel 2011) e il violoncello di Florence Fawcett completano infatti nell’occasione l’organico di quella che ormai può definirsi una band stabile, esaltando le componenti più nostalgiche e romantiche dei fragili ricami che già si erano fatti apprezzare due anni fa nel debutto “Music For Another Loss”.
Non cambiano, nella sostanza, le linee conduttrici di Memory Drawings, che nel rinnovato contesto si arricchiscono di spessore sonoro senza che per questo ne venga in alcun modo scalfito l’impressionismo bucolico. Anzi, da un lato la maggior presenza degli archi amplifica il respiro delle miniature costruite sulle adamantine vibrazioni del dulcimer, mentre le calde note acustiche e i morbidi loop di Tenz si saldano con la caratteristica malinconia rurale di Adams nel disegnare paesaggi elettro-acustici dai colori pastello e densi di sentimento. Non è difficile, infatti, riconoscere l’impronta di Adams nelle cadenze sonnolente di “There Is A World Without You” (impossibile che il pensiero non corra a “The Cycle Of Days And Seasons” dei suoi Hood) e nell’unico brano del lotto a recare una parte vocale (non a caso la sua), la splendida “The Island Of The Day Before” che non solo è una canzone estremamente compiuta ma mette in mostra l’ampio potenziale strumentale della band.
L’aggiunta di elementi e il più consistente spessore compositivo rispetto alle diafane filigrane armoniche del debutto, non fanno deviare il progetto da una linea di rigoroso minimalismo. Anzi, tutti gli altri brani che completano la mezz’ora scarsa del lavoro assumono la forma di brevi frammenti comunque autosufficienti, miniature disegnate dall’avvicendamento di chitarra e pianoforte, sostenute dalle gentili cadenze del dulcimer e avvolte dagli aurorali abbracci degli archi.
Quella di “There Is No Perfect Place” è nuovamente una magia di equilibrio e delicatezza, nella quale ciascun elemento si integra alla perfezione con gli altri, tanto da produrre la sensazione che in tale contesto trovino la loro dimensione ideale non soltanto il particolare strumento di Joel Hanson ma anche gli interi linguaggi artistici di Richard Adams e Sarah Kemp.
Non va poi trascurata l’estrema duttilità del risultato sonoro complessivo, che non a caso si è prestata ancora a operazioni di rimaneggiamento, raccolte in un secondo cd (dalla durata persino superiore a quella del primo) accluso all’edizione limitata del lavoro. I brani originali vengono infatti plasmati in diverse forme dagli interventi in chiave ambientale di Pausal e Benoît Pioulard, destrutturati e piegati a frequenze distorte da William Ryan Fritch e Ben Chatwin (Talvihorros) e infine sviluppati nelle tremule screziature elettro-acustiche del duo The Sly And Unseen e Andrew Johnson (A New Line (Related)). A completare il quadro, come anche nel disco precedente, tre versioni vocali di brani compresi nell’album, nuovamente affidate di Yvonne Bruner, che oltre a rivestire di un lirismo evocativo “The Island Of The Day Before” accresce “Golden Afternoon” e “There Is A World Without You” al rango di vere e proprie canzoni, sinuose e ammantate di aromi arcani.
Al mutare delle modalità espressive, come a quello parziale degli interpreti, non muta la placida malinconia di Hanson e soci, magnifici interpreti di una preziosa ibridazione tra romanticismo da camera e oblique contemplazioni rurali.
*disco della settimana dal 1° al 7 settembre 2014